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Improvvisa voglia di Coca-Cola e Pizza (Village). Posso affermare con certezza che la mia vita sia tutto – veramente tutto – tranne che noiosa. Un giorno a QVC, giorni interi al pc, oggi di qui domani di li, ore e ore a studiare per trasmettervi tutte le novità per i vostri feed, cucinare tantissimo e fotografare tantissimo… tutto, tranne la noia. Ed eccomi in un’elettrizzante news, la vostra Giulia Golino come divulgatrice per Coca-Cola PizzaVillage 2022. L’evento anche quest’anno sarà ricchissimo e, come dal 2020, in tour… o meglio “@Home in tour”. Dal 10 marzo 2022.
Cosa significa? Significa che potete partecipare stando a casa, e potrete addirittura assaggiare le pizze se siete in prossimità delle tappe coinvolte. Io vi racconterò tutto dai canali Instagram – il mio e quello di PizzaVillage – e vi farò compagnia: vi sentirete coinvolti, anche attivamente. Non solo nel divertimento ma anche nella beneficienza, dato che si destinerà molto cibo a Banco Alimentare Onlus.
Tantissima pizza anche a casa
Quest’anno è davvero particolare: il PizzaVillage@Home propone hub di produzione temporanei allestiti nel cuore delle città ospitanti (Palermo, Napoli, Padova, Bologna, Milano) e le pizze saranno consegnate a casa, con i riders di Glovo che è delivery partner dell’iniziativa. Non solo, i consumatori potranno accedere a iniziative speciali e ricevere la special pizza box con tantissimi prodotti in omaggio.
Con i The Jackal!
I The Jackal saranno ambassador dell’evento durante ogni tappa del tour, e saranno anche giudici del contest che premierà gli aforismi più creativi sulla pizza. Potrete gareggiare anche voi, perché si svolgerà tutto su Instagram!
Vi presento… i pizzaioli
Attori dell’evento, se non protagonisti indiscussi, saranno 14 top player pizzaioli. Davide Civitiello e Antonio Sorrentino (Rossopomodoro), Antonio Falco (L’antica pizzeria da Michele) sarà presente a Palermo, Bologna e Milano, mentre Errico Porzio (Pizzeria Errico Porzio) e Fabio Cristiano (Antica Pizzeria Da Gennaro) aderiranno alle tappe di Padova e Milano.
A Palermo toccherà a Ron Garofalo (Mistral) e Nunzio Billi (Re Borbone); a Padova al forno ci sarà anche Alberto Buonocore (Fresco), a Bologna Pino Celio (Lucignolo BellaPizza) e Angioletto Tramontano (O’ Sarracino Pizzeria). A concludere il tour a Milano ai forni si confronteranno Vincenzo Capuano (Pizzeria Vincenzo Capuano), Giuseppe Crepetti (Fermento) e Gino e Toto Sorbillo (Gino e Toto Sorbillo).
Trovate tutti i dettagli anche sul sito web ufficiale ovvero www.pizzavillage.it
Vi aspetto numerosi, restate sintonizzati, amici!
Sarebbe magnifico se l’Ayurveda – l’antichissima medicina indiana – avesse ragione, la curcuma fosse davvero l’elisir per la vita eterna e il golden milk la pozione magica che veicola quotidianamente quel suo potere… ma ahimé scienza, chimica, e medicina moderna remano un po’ contro a questa filosofia.
Nessuno può negare, tuttavia, che la curcuma sia tra gli ingredienti in natura che vantano le proprietà più promettenti – certo, se pura e di qualità – e che in cucina regala moltissime soddisfazioni. Si tratta di uno dei trend food più affermati in questo inverno e ho studiato la materia anche per raccontarla a voi. Sapere che sono sempre in cerca di aggiornamenti e curiosità: curcuma e golden milk non potevano che affascinarmi e ora vi scrivo tutto a riguardo. Compresa una bella ricetta!
Contents
Curcuma: tumeric o “zafferano delle Indie”
Una curcuma di qualità si presenza in rizoma piccoli e turgidi, con la polpa di un arancione estremamente acceso (ancora più acceso di quello nelle carote o nelle zucche) e un costo non indifferente. Vale un po’ lo stesso discorso dello zenzero: attenti, insomma, alle origini della radice e all’aspetto… non deve essere troppo “bombato”. In India, la curcuma è forse l’ingrediente più usato perché abbraccia sia la cucina tradizionale sia la medicina tradizionale – l’Ayurveda, come dicevo – ed è talmente preziosa da essere chiamata “zafferano delle Indie”. Se qui si chiama curcuma, nel resto del mondo la trovate come “tumeric”.
La curcumina e le sue proprietà
Tutto il merito è della curcumina, sostanza regina che rende la curcuma così potente. Sono molti gli studi che affermerebbero come, potenzialmente, questa sostanza può essere utile a contrastare malattie degenerative e neurologiche. Non solo, può aiutare anche a regolarizzare il metabolismo, a depurare il fegato e… a rallentare il processo di invecchiamento cellulare.
Tutto ciò sempre “in potenza”, ovvero: anche fosse vero, non ci basterà usare la curcuma in polvere nei nostri piatti tutti i giorni per vederne gli effetti! Si tratta sempre di studi potenziali, quindi non lasciatevi trasportare (lo scrivo per ribadirlo anche a me stessa!).
Il golden milk
Giungo al dunque, con il protagonista di questo articolo ovvero il golden milk. Il latte d’oro è una bevanda antichissima composta da curcuma, pepe, una parte grassa e latte oppure bevanda vegetale: tutti elementi fondamentali per veicolare bene i poteri della curcuma, dato che la curcumina non è assorbita dall’organismo se non “attivata” nel modo giusto. Ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo: alcuni sostengono che il golden milk vada bevuto al mattino, altri alla sera, altri che non badano all’orario in sé ma alla regolarità ogni 24 h.
Ingredienti e procedimento
Alla base del golden milk c’è la pasta di curcuma: scaldate pari dose di curcuma in polvere e acqua, fino a ottenere un pastello denso da conservare al fresco per qualche giorno, e che basta per più golden milk. Quindi:
Pasta di curcuma 1 cucchiaio
Latte vaccino o bevanda vegetale 250-300 g
Olio extravergine di oliva delicato 1 cucchiaio*
Pepe nero 1 pizzico
Miele per dolcificare ma è facoltativo
Scaldate tutto a fiamma lenta, versate nella tazza e sorseggiatelo ancora caldo. Tutto qui, ma attenzione ai dettagli: la presenza del pepe nero sembra banale ma serve, così come l’olio ovvero la parte grassa. Quest’ultimo può essere sostituito da altri ingredienti, dipende anche dai vostri gusti personali… l’importante è che sia sempre presente questa componente.
*Io al posto dell’olio evo uso l’olio di cocco, oppure l’olio di mandorle o ancora il burro chiarificato.
Se esiste un dolce in grado di suscitare pensieri, emozioni ed empatia, questo è la torta mimosa: tradizione vuole che sia preparata per l’otto marzo in occasione della Festa della Donna (o meglio, della Giornata internazionale dei diritti della donna), ed è ispirata ai simbolici fiori donati alle donne durante questa importante giornata. Il pan di Spagna è, infatti, di un bel giallo acceso per la presenza di tuorli, ed è tagliato a pezzetti regolari in modo da simulare un bouquet di mimosa fiorita. Io lo adoro: si tratta di un dolce che ispira sicuramente freschezza, uno di quei dolci che immagini già morbidi e cremosi nel cuore ancor prima di tagliarli, un dolce che risalta come protagonista in mezzo a tanti altri.
La torta mimosa è stata replicata da moltissimi pasticceri e siti di ricette nel corso degli anni: scopriamo le varianti più buone, da quella all’ananas, a quella al cioccolato, e ancora da quella vegana a quella elegante e moderna.
Contents
Torta mimosa classica
La torta mimosa classica è un’idea meravigliosa da preparare alle donne della propria vita: una mamma, una sorella, un’amica, una nonna. Si tratta di due o tre dischi di pan di Spagna uniti da abbondante crema pasticciera aromatizzata con limone o vaniglia, e interamente ricoperta da pan di Spagna a cubetti. Un’idea semplice, ma d’effetto. Per farla vi suggerisco la ricetta di Tavolartegusto, che la spiega passo passo. Ecco la sua, qui sotto in foto.
Torta mimosa all’ananas
Una delle varianti più amate e cercate su web è la torta mimosa all’ananas: ne cambia il sapore ma non l’aspetto, ed è forse per questo motivo che piace tanto. L’ananas è sciroppato nella maggior parte dei casi, per usare la polpa come elemento in più della farcitura e lo sciroppo come bagna del pan si Spagna. Cercando, mi è particolarmente piaciuta la torta mimosa all’ananas di Mani amore e fantasia, che vedete qui sotto.
Torta mimosa al cucchiaio
In questo marzo che sembra già primavera inoltrata, sarebbe stupendo organizzare un pic nic o una gita fuori porta. Al dolce ci penso io, e vi suggerisco una torta mimosa al cucchiaio: un’idea pratica e semplicissima, per gustare questo dolce in maniera alternativa e ovunque si voglia. Mi sono lasciata ispirare da Cucinare è come amare, guardate che meraviglia.
Torta mimosa al cioccolato
Se vorreste cioccolato ovunque, tranquilli vi capisco molto bene. Capirei se voleste fare una torta mimosa al cioccolato, variante amata e che si scosta dall’originale, ma non in senso negativo: il messaggio rimane sempre quello, ma con un colore e sapore più avvolgenti. D’altronde, dove c’è cioccolato c’è calore, c’è amore, c’è casa. Ho scelto per voi la mimosa al cioccolato di Ho voglia di dolce, provate la sua ricetta! E, a proposito di cioccolato, dovreste anche assaggiare la mimosa Nutella e mascarpone di Ricettedalmondo.
Torta mimosa vegana
Che sia per etica o per necessità, chiunque scelga un’alimentazione vegana dovrebbe poter godere di un dolce importante come questo. Vi assicuro che fare una torta mimosa vegana è possibile, grazie ai suggerimenti e alla ricetta di Vegolosi.
Torta mimosa moderna
Ho voluto lasciare per ultima questa variante di torta mimosa perché mi ha letteralmente conquistato. La vedete qui sotto in foto: non è un incanto? Moderna, semplicissima, elegante… non vedo l’ora di provare a replicare la ricetta di Unpizzicodisale, che ha avuto questa idea stupenda.
Fatemi sapere se, tra quelle suggerite, c’è una torta mimosa che vi ha particolarmente colpito, e anche se invece avete una vostra personale versione… sono tutta orecchie, pronta ad assaggiarla!
PS ottima idea farla anche in versione monoporzione, prendete spunto dal mio articolo dedicato ai cupcake e lasciatevi ispirare!
Datemi un cupcake e mi fate felice. Non so cosa sia esattamente: sarà che sono chiamati anche Fairy Cake (tortine da fata), sarà perché sono una ricca e colorata monoporzione tutta per noi, sarà che hanno fiammanti e cremose decorazioni che chiunque farebbe fatica a non addentare. Infine, credo che spesso siano anche meglio delle torte intere, quanto a versatilità e impatto: attirano l’attenzione, e non si fa fatica a servirli. Ecco come decorarli per ogni occasione!
Contents
Per un baby shower
Baby-che? Baby Shower: è il nome delle feste “premaman” che impazzano negli States, fatte in onore della mamma e del nascituro quando è ancora nella pancia. Serve a celebrare una nuova vita, e soprattutto a dare una mano ai futuri genitori aiutandoli a fare scorta di vestitini, pannolini e quant’altro. Ovviamente, il banchetto non può mancare! Ho pensato a questi cupcake premaman proprio per quest’occasione, spero che la mia ricetta vi piaccia!
Per un compleanno

Per esperienza posso affermare con certezza che le feste di compleanno non hanno età: che sia per bambini, o per adulti che vogliono ancora cappellino e candeline accese, questi cupcake stravaganti sono perfetti. Geniali: li ho trovati su My Heavenly Recipes e me ne sono innamorata… acquistate i coni in cialda, fate dei tortini che possano entrare in questi, e decorate con un frosting coloratissimo. Per il corno e gli occhi vi basterà poca pasta di zucchero da modellare, e per decorare prendete le codette di zucchero!
Per Pasqua

A Pasqua, bene o male, si vedono sempre le stesse cose… per questo, quando ho trovato su Pinterest questi cupcake, li ho immediatamente “pinnati” tra i miei preferiti. Sono semplicissimi ma di grande effetto: scegliete una crema al burro o un cream cheese da colorare, ma in questo caso va bene anche una crema pasticciera bella soda, e in poche mosse otterrete questi bellissimi pulicini! La ricetta è di Good Housekeeping.
Per una laurea

Tutto quello che vi serve per fare dei meravigliosi cupcake per una festa di Laurea è della pasta di zucchero: modellatela a mo’ di toga, o di pergamena, e avrete centrato in pieno il tema! Per le base, sbizzarritevi in base ai vostri gusti… o a quelli di chi si sta laureando! Se volete potete prendere come esempio questi in foto, fatti da Glorious Treats.
Per toccare il cielo con un dito

Questi rainbow cupcake sono i miei preferiti, perché allegri, stupendi, e molto versatili: vanno bene per un compleanno, per annunciare qualcosa per cui siete felici, per una persona speciale, per amore, amicizia, e chi più ne ha più ne metta. Basta una di quelle caramelle coloratissime che vendono in tutti i supermercati, e qualche pezzetto di marshmallows per fare le nuvolette. Questi in foto sono di Positively Splendid.
Ah, le mele… il frutto più famoso della storia: la mela di Eva e Adamo, il Pomo della Discordia che scatenò il putiferio tra gli Dei greci, simbolo di salute secondo il detto popolare (“una mela al giorno toglie il medico di torno”), beniamina del marketing tra pc e cellulari, e super efficace quando si parla di una celebre marca di dentifricio. Insomma, siamo circondati dalle mele, da millenni. Forse perché sono buonissime in tutte le salse, nel dolce e nel salato!
Vi metto qui sotto una serie di idee per ricette dolci e salate con le mele come protagoniste, fidatevi della vostra Giulia.
Contents
Mele annurche e arrosto
Le mele annurche (o Melannurche) sono una varietà di mela campana protetta da IGP. Si tratta di una mela piccina, molto nutriente, dalle proprietà incredibili e perfetta da fare arrosto insieme alle patate e all’arrosto. Esatto, proprio così: potete sbucciarle o no, tagliarle a pezzettoni e infornarle insieme a tutto il resto. I succhi della carne renderà il loro sapore incredibile, per un contrasto delizioso.
Apple pie
Non è una semplice torta di mele, bensì LA torta di mele anglosassone. Ormai statunitense di adozione e diritto. Una base particolare a metà tra pasta brisè, sfoglia e frolla, una farcitura di mele cotte, altra pasta a chiudere e gli intagli necessari per far fuoriuscire il vapore. Spezie e null’altro… una bomba!
Crumble di mele
Rimaniamo negli States. A new York per l’esattezza, dove ho scoperto i crumble di mele e me ne sono innamorata follemente. Croccantezza, dolcezza, un appagamento per cuore e mente. Vi lascio la mia ricetta.
Risotto zola e mele
Zola e mele è la coppia perfetta, ottima persino sulla pizza (e questo vi fa capire che forse anche l’ananas, sulla pizza, potrebbe avere il suo perché)… ma è nel risotto che dona il meglio di sé. Il gorgonzola può essere aggiunto alla mantecatura finale, e magari piccante o comunque stagionato; le mele sono lasciate sia nel soffritto sia in purea dopo averle sbianchite un attimo in acqua bollente. provare per credere.
Coleslaw
La coleslaw è un’insalata di cavolo, mela, yogurt e a volte anche speck: tutto è tagliato a julienne finissima, per un boccone fresco e leggero da servire accanto a carne, pesce, patate, hamburger.
Strudel e “mele vestite”
Lo strudel è un altro dolce iconico legato alle mele: sfoglia, mele, uvetta, pinoli, burro, spezie, pangrattato… che bontà! Io mi diverto a fare – con praticamente gli stessi ingredienti – la mela vestita: perfetta da servire come dessert!
Con il cous cous
Il cous cous è un piatto unico conviviale di origine mediorientale: granelli di semola cotti a vapore o mantecati con acqua o brodo, e conditi con ortaggi, carne, pesce. Ebbene, anche con frutta e frutta secca: datteri, mandorle, anacardi, uvetta, e mele ovviamente. Vi lascio la mia ricetta preferita, del cous cous di pollo e curry con mandorle e mele caramellate.
Il Carnevale è una Festa piena di allegria, di colori, di spensieratezza. Può piacere o no, ma alzi la mano chi non gradisce almeno uno dei dolcetti tipici di questo periodo! Com’era il detto… a Carnevale ogni dolce vale, giusto? Allora vi presento il mio personale elenco di dolci di Carnevale: i miei preferiti e quelli che raccontano della mia famiglia.
Tra fritti e non fritti, bocconi cremosi e croccantissimi, c’è solo l’imbarazzo della scelta… ecco in assoluto i miei preferiti, senza nulla togliere alle strepitose bontà regionali che costellano a Carnevale la nostra bella Italia.

Contents
Chiacchiere
Conosciamo tutti le chiacchiere: una sfoglia rettangolare stesa sottile e fritta (anche se c’è anche la versione cotta in forno), cosparsa con tantissimo zucchero a velo. La variante che va per la maggiore prevede delle striature di cioccolato fondente in superficie, che trovo buonissima. Le chiacchiere hanno moltissimi nomi in base alla zona: galàni, crostoli, frappe, cenci. In molti le chiamano anche “bugie” e “sprelle”… ma ve ne parlo qui sotto.
Bugie
Dovete sapere che sono per metà ligure, e sono cresciuta con la mia nonna, ad Imperia, che a Carnevale mi faceva le bugie. No, non sono esattamente chiacchiere. Se queste sono grandi e rettangolari, le bugie sono:
- più piccole;
- a rombo;
- accompagnate spesso con confetture e marmellate, o cioccolato
Le chiacchiere diventano “bugie” in Piemonte, ma anche in Liguria. Amici piemontesi, liguri o altro… confermate? Se vi fa piacere, racconto della mia nonna nella sezione “mamma di mamma“.
Sprelle
Qui a Piacenza, invece, le chiacchiere hanno un altro nome ancora… sprelle, del tutto simili alle chiacchiere classiche ma proposte anche in versione attorcigliata anziché rettangolare.
Tortelli

Anche sui tortelli c’è tanto da dire, hanno anche loro moltissimi nomi: quello più comune è “castagnole”, e restano frittelline inzuccherate e che possono essere mangiate lisce oppure ripiene con crema pasticciera (o altre tipologie di crema).
In realtà, a differenziare tortelli e castagnole c’è il metodo di preparazione: i primi sono fatti con un impasto che ricorda la pasta choux 8la pasta per bigné), mentre le castagnole derivano da un impasto lievitato.
Nel mantovano, i tortelli si chiamano “frittelle”.
Schiacciata fiorentina

Questa torta soffice – e alta almeno 3 cm! – è tipica di Firenze e della Toscana tutta: l’aroma prevalente è l’arancia, e la decorazione è il suo tratto distintivo dato che prevede zucchero a velo e il Giglio di Firenze disegnato al centro.
Krapfen dell’Alto Adige

Da piccoli li chiamavamo “bomboloni” e si tratta di un dolce tipico dell’Alto Adige, a carnevale: il krapfen è un briochoso impasto lievitato, fritto e farcito con abbondante crema pasticciera.
Il 14 febbraio si festeggia San Valentino, una ricorrenza che divide l’opinione pubblica tra chi sostiene sia superficiale, chi l’apprezza – perché di questi tempi ogni occasione è buona per trovare un attimo di gioia. Sì, anche consumistica – e chi ne critica la frivolezza dimenticando i veri significati storici legati a questa giornata. Io sto al centro, anche perché con il lavoro che faccio è difficile ignorare San Valentino, pieno di dolci peccaminosi, di cuori e di pensierini golosi. Però mi sbilancerò contro un cliché: basta cioccolato fondente e peperoncino!
C’è molto altro su cui puntare, altri sapori e altri colori, altre spezie. Vi suggerisco cosa ho trovato sbirciando qua e la.
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Cioccolato bianco
Se per voi il cioccolato a San Valentino non può mancare, provate però a cambiare: da fondente a bianco! Dolcissimo, è vero, ma basta bilanciarlo con qualcosa di frizzante e acidulo… ne è un esempio la torta in foto: sponge cake, con ganache montata di cioccolato fondente e una salsa di lamponi e mirtilli rossi. Una delizia, senza intaccare l’idea di romanticismo!
Macarons
I macarons sono una sfida: sembrano semplici da fare ma nascondono molte insidie… il riposo sulla teglia prima della cottura, il tipo di farina di mandorle, azzeccare minuti e temperatura. Tuttavia ne vale la pena, perché da vedere sono un incanto e, da addentare, ancora di più. Provate a farli rosa, con una punta (letteralmente) di acqua alle rose: farete un figurone.
Meringhe
Se non volete cimentarvi nei macaron ma vi piace l’idea di un dolcetto simile, allora fate un passo indietro e limitatevi alle meringhe: facilissime da fare, 80°C e in 2-3 orette le avrete pronte perfette, potete colorarle e “disegnarle” della forma che desiderate. potete farle a cuore, su stecco, classiche a fiamma. Unica accortezza: non aromatizzate la meringa con spezie o altro, in quanto potreste combinare un disastro. Piuttosto, spremete le meringhe sulla teglia e cospargete ognuna con un pizzico dell’aroma che volete: caffè, cannella, limone etc.
Adoro i flower cookies: si tratta di semplice pasta frolla, o di base biscotto, decorata o in cottura o da cotta con i fiori eduli. Sono fiori commestibili usati per decorare le pietanze più svariate, dai dessert alle insalate. Il metodo più semplice è incorporare all’impasto i fiori eduli essiccati (la lavanda, ad esempio) oppure cuocere i biscotti, essiccare con delicatezza i fiori freschi e incollarli sulla superficie della frolla tramite poco albume pastorizzato. Ecco comunque qualche mio suggerimento per decorare i biscotti per San Valentino.
Tartellette
Se a San Valentino volete freschezza, leggerezza, allegria, spensieratezza, allora le tartellette con fiori e frutta sono l’ideale. fate delle basi di frolla monoporzione, a ciambella, sovrapponete due strati con una crema chantilly oppure una crema al mascarpone, e decorate con frutta fresca e fiori freschi eduli.
Pasta fresca!
Niente dessert, ma primi piatti a tema… che ne dite? Se non avete idee, vi suggerisco le mie: gnocchi di San Valentino e cuori di pasta fresca.
A chi piace sgranocchiare qualcosa mentre si guarda un film? A me. Adoro gli snack scrocchiarelli ma purtroppo le patatine dopo un po’ sono off limits. Anche perché, tendenzialmente, quelle confezionate sono fritte oppure molto condite. Parliamo allora di chips di verdure, sale e coloratissime, senza sensi di colpa e buone come mai le avete assaggiate.
Vi darò qualche suggerimento e idea, per fare uno spuntino strepitoso e adatto a tutta la famiglia… senza ricorrere al fritto. Useremo tuberi, radici e anche verdure, tagliati sottili con l’uso di una mandolina – meglio del coltello, perché per quanto possiate essere precisi è probabile che tagliate fette troppo spesse per il nostro scopo – e seccheremo tutto con forno oppure essiccatore.
Nel primo caso – in forno – dovrete stare attenti perché ogni infornata è diversa dall’altra. Generalmente potrete asciugare ogni verdura a 150°C ventilato, ma il minutaggio cambia da verdura a verdura. Con l’essiccatore vale la stessa cosa: cambiano i tempi, ma l’azione dolce e continua porterà ad un risultato garantito, senza bruciature né parti molli.
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Carote viola
Le carote viola, non ci crederete, sono le carote originali: quelle arancioni cui siamo abituati, infatti, sono frutto di una manipolazione da parte di Guglielmo d’Orange secoli fa. Potete affettare le carote o a rondelle oppure a nastro, ovvero per il lungo, che sono anche più gustose. Tamponatele per bene e conditele con un leggerissimo strato di olio extravergine di oliva e pepe.
Patate americane
Le patate americane, o patate dolci, sono arancioni e hanno un piacevole retrogusto che ricorda la zucca. Affettatele e tamponatele ripetutamente con della carta assorbente e da entrambi i lati. Potete condirle con l’aroma che più amate: paprika dolce o affumicata, pepe, erbe aromatiche, aglio in polvere.
Topinambur
Il topinambur è spesso usato al posto delle patate, perché ne ricorda sapore e consistenza… ma non si tratta di un tubero. Delicato e interessante, potete tagliarlo a fette sottili e condirlo anche con poco pangrattato o formaggio grattugiato.
Cavolo nero
Il cavolo nero si trasforma in croccantissima chips nel giro di 10 minuti – a differenza degli altri ortaggi, che possono essere pronti anche in ore. Basta stendere la foglia, eliminare la costa, irrorare con poco olio e infornare per 7-8-0 minuti. Mi raccomando, tenete d’occhio la situazione perché sfugge di mano in un attimo!
Barbabietola
Ora è stagione di barbabietola, e per fare le chips non vi servirà altro che irrorale le fettine con poco aceto in modo che perdano acqua, asciugarle per bene, condirle come si preferisce e lasciarle in forno per 40 minuti circa.
Zucca
una delle chips più buone è quella di zucca: naturalmente dolce, il potere di diventare croccantissima, e una magia. Cosa intendo? Se non avete la polpa di zucca ma avete appena tolto i filamenti interni, potete trasformare quelli in cialde croccanti! Stendeteli tra due fogli, tamponate, e mettete in forno… sentirete che bontà!
Non so perché ma si collegano sempre arance e clementine alla bella stagione. Forse perché sono succose e rinfrescanti, del colore brillante del sole, ricche di vitamine… e, viste così, poi si comprende che sono proprio queste le caratteristiche che le rendono importantissime per affrontare il freddo!
Oltre ad assaporarle in purezza, dovete sapere che possono essere riciclate al massimo e per moltissimi scopi: per la casa, per la bellezza, per una coccola avvolgente, per profumare una stanza. Ecco alcune delle mie idee per sfruttarle al massimo, sono sicura che vi piaceranno tutte tantissimo.
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Orangette
Se avete agrumi vecchiotti, ovvero nel porta frutta da un po’, con un inizio di muffa o ormai secchi, non buttateli via: fate un’orangette, ovvero un’emulsione per condire insalate, carne e pesce. Spremete, versate in un contenitore alto insieme a olio extravergine di oliva, una bella presa di sale e di pepe, et voilà: dopo una bella shakerata l’orangette è pronta.
Essiccate la scorza
Di arance e clementine potete essiccare la scorza, e sfruttarla poi per molti scopi. Potete ad esempio tornare bambini e usarle per decorare pacchi regalo, o accumularle in un bel contenitore di vetro ed esporlo tipo potpourri.
Candele o profuma cassetti
Le scorze essiccate e poi tritate possono essere inserite come aroma in una candela – vi basterà fondere insieme i fondi di alcune candele neutre, inserendo nuovamente lo stoppino – oppure metterne un po’ in un sacchettino pieno di cotone e chiuderlo in un cassetto insieme alla biancheria.
Tisane
Come non citare le tisane? In questo caso potete usare sia le scorze essiccate sia quelle fresche dopo averle lavate molto bene. Ci vorrà qualche minuto di ammollo, ma sentirete che bontà, anche nel vostro tè preferito! Prendete ispirazione dal mio articolo sulle tisane invernali più buone!
Per sale o zucchero
Usate la scorza essiccata per aromatizzare sale o zucchero! Sarebbe da aggiungere al mio articolo su come aromatizzare i dolci.
Canditele!
Tra non molto è tempo di cassata e colomba, e non è mai tardi per tenere in casa qualche dolcetto. Quindi, una soluzione è candire le scorze non trattate, da conservare e usare nei lievitati, come decorazione… oppure da intingere nel cioccolato fondente.
Che meraviglia, vero?
Sono moltissime le persone che vivono una vita senza lattosio (lactose free, come spesso trovate scritto sulle etichette degli alimenti): oggigiorno è molto semplice, e siamo fortunati perché fino a qualche anno fa non c’era così tanta scelta. Sull’essere intolleranti al lattosio si dicono tante cose ma sono del parere che sono uno specialista possa stabilire cosa sia meglio per voi.
Questo articolo, sappiatelo, non mi sostituirà a un medico e il suo intento è fornire consigli generici anche per chi ha scelto di non consumare latticini pur non essendo costretto: le persone che seguono un’alimentazione vegana, per esempio (a proposito, non perdetevi il mio articolo sul #veganuary!).
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Le bevande vegetali
Come anticipato, chi non beve latte ha moltissime e buonissime alternative su cui fiondarsi. Esistono diversi tipi di latte che nascono naturalmente privi di lattosio, considerati vegetariani e vegani. Per la precisione, chiamarli “latte” non è più consentito: il decreto è chiaro, la dicitura corretta è “bevanda vegetale”, e noi ci adattiamo.
Esistono bevande vegetali per tutti i gusti:
- da cereali: quelli a base di riso e avena sono i più apprezzati in questo genere. Il primo è molto dolce – se ci pensate, il riso è ricco di amido e questo incide moltissimo sul sapore – il secondo non lo è ma in commercio esistono bevande vegetali di avena aromatizzati;
- da frutta secca: le bevande vegetali più gustose e da bere volentieri anche in purezza – oltre a usarle per fare dolci – sono quelle di mandorla, noce e nocciola. Sono dolci e corposi, ricchi di fibre e calorie buone, grassi preziosi e omega 3;
- da ortaggi: intendo la bevanda vegetale a base di soia e di cocco. Quella di soia è molto comune, e ne esistono anche di diversa intensità e dolcezza. La versione al naturale è abbastanza neutra di sapore, ed è forse un po’ più difficile abituarsi. Del cocco vi parlo qui sotto, che merita qualche riga in più
Bevanda al cocco, latte e acqua
Il cocco è tra i frutti più versatili al mondo, io lo adoro perché può aiutare moltissimo se si è stufi di una cucina noiosetta. Esiste la freschissima bevanda naturale del cocco, l’acqua di cocco per l’appunto, che può essere aggiunta a un cocktail o servita fredda in estate; poi c’è la bevanda vegetale di cocco che è usata al pari di altre bevande vegetali; infine c’è il latte di cocco o crema di cocco: un alimento sostanzioso che ricorda la panna fresca. Lo trovate in lattina o in brick, e potete usarlo in pietanze thai oppure nei dessert… potete addirittura montarlo come fosse panna per davvero!
Cosa significa “alimento delattosato”
Esistono in commercio formaggi, latte, burro, panna, e quant’altro a base di latte animale ma privi di lattosio: si chiamano alimenti delattosati. Ma cosa significa, come si ottengono? Sono sottoposti a idrolisi del lattosio, un procedimento che abbassa a minime quantità il lattosio.
Lattosio o caseina?
Mi preme raccomandarvi di fare attenzione, ed è il momento – se avete dubbi su quanto sto per scrivere – di chiedere bene al vostro specialista o medico di base: chi è intollerante al lattosio non sempre può consumare alimenti delattosati. Il problema è questo: un conto è essere intolleranti al lattosio – e in questo caso i prodotti delattosati sono super – un altro è essere intolleranti anche alla caseina, contenuta comunque nei prodotti delattosati, in genere.
Chiedete a chi di dovere, che questo è un mondo nuovo tutto da scoprire… e assaggiare senza timori!
Avrete notato di sicuro un nuovo tema imperare sui Social, da Tik Tok a Instagram: si chiama Veganuary ed è all’insegna di ricette vegane (o vegetariane), un buon proposito per il mese di gennaio. Il termine, infatti, è una crasi tra “vegan” e “january”, un’iniziativa di un mese volta alla sensibilizzazione su etica, salute, inquinamento e molto altro. Vi spiego di cosa si tratta.
Non è una moda
So bene di toccare un tema molto difficile e controverso, diviso tra i vegani convinti e chi rifiuta il veganismo a priori come fosse un capriccio personale. Io non sono vegana, né vegetariana (in quanto mangio carne, pesce, derivati animali, uova) ma sono curiosa e ho scelto una vita fatta di domande che mi pongo, più che da risposte che mi do senza sapere.
Il Veganuary, in fondo, non deve essere per forza un inno all’esistenza vegana bensì può essere preso come l’occasione per scoprire ricette nuove e/o diversi modi di vedere le cose. Mai come in questi giorni, dopo settimane di immagini di vita e food all’insegna del Natale, si vedono colori e freschezza… e ci vuole, no?
Non solo food
Veganuary non riguarda solo il food ma uno stile di vita che sta attento allo sfruttamento intensivo negli allevamenti, all’inquinamento che ne deriva, all’etica e alla provenienza degli alimenti che consumiamo tutti i giorni e dei prodotti che usiamo o indossiamo. Sapete, ad esempio, se il vistro rossetto o shampoo sono cruelty free? Se sì, avete cercato alternative? Di che materiale è fatta la cintura che vi piace tanto, è in eco pelle? Non sono ammonimenti i miei, bensì spunti di riflessione. Per non risultare pesante vi suggerisco il mio centrotavola di verdure e fiori, per rallegrare umore e atmosfera intorno a noi.
Le mie ricette vegan/veggy preferite
Ci avete mai pensato? la nostra cucina tradizionale è stracolma di ricette che possono essere tranquillamente considerate vegane o vegetariane. Le persone sbagliano, a mio parere, a considerare questa filosofia alimentare fatta solo di seitan e soia… ci sono anche:
- Pasta alla Norma
- La pizza
- Caponata di melanzane
- Insalata di finocchi, arance e olive nere
- Trofie al pesto alla genovese
- Ravioli ricotta e spinaci
- Polenta concia
- La classica bruschetta col pomodoro, pre grigliata
Tutte queste ricette, fondamentali per la nostra cultura gastronomica da Nord a Sud, sono adatte a chi segue un’alimentazione vegetariana. Un paio sono persino vegan: caponata di melanzane e insalata di finocchi.
Vi consiglio anche i miei fiori di zucca ripieni alla ligure, il mio risotto zucca e funghi, tutte le zuppe di legumi che vi vengono in mente…
Se mi conoscete bene, sapete che la colazione è il mio pasto preferito: preparare cose buone appena svegli non può che far andare alla grande la giornata imminente. La colazione del 1 gennaio 2021, quindi, non può che essere speciale e mi fa piacere raccontarvi la mia ideale: è sia dolce sia salata perché non sapevo decidere per una o per l’altra, è più impegnativa di cappuccio e brioches ma comunque semplice da preparare, è da condividere con una persona speciale o da dedicare a qualcuno distante, è uno sguardo sul mondo che ci circonda.
Insomma, la mia prima colazione dell’anno ideale è fatta di waffle, pankes, avocado, pane fresco, sciroppo d’acero, panna, frutta fresca… se le cercate sul mio profilo instagram le vedete tutte, le mie prime colazioni degli anni passati. Ora tocca a voi: descrivetemi la vostra!
Contents
Colazione dolce
La mia colazione dolce è senza lattosio, ma appagante e festosissima. Accompagno tutto con un caffè macchiato o un caffellatte senza zucchero e bollente, e potete anche aromatizzarlo alla cannella o con poco cacao amaro in superficie.
Waffle con panna e cioccolato
Conoscete i waffle? Si tratta dei “cugini” dei pancakes, ovvero cialde morbide (ma meravigliosamente croccantine in superficie) dalla tipica forma quadrata ad alveare. Possono essere dolci e salati, e nella versione dolce potete trattarli alla stregua di pancakes e crepes. Io li amo alla follia con panna montata, fettine di banana e cioccolato sciolto, completando con granella di nocciole.
Waffle con frutta fresca
Nella versione meno peccaminosa, i waffle sono magnifici anche con un filo di miele e frutta fresca 8di stagione, ma va bene anche quella surgelata come i frutti di bosco).
Pancakes con sciroppo d’acero
I pancakes sono tra le mie ricette preferite in assoluto, e la mia versione è super collaudata ormai da diversi anni: semplici semplici, anche in questo caso senza lattosio, non troppo alti ma cotti a puntino così da poterli impilare e inondare con sciroppo d’acero. Per queste occasioni di Festa potreste condirli anche con una pallina di gelato allo zabaione.
Colazione salata
La colazione salata che piace a me non è certo tra le più leggere, ma è senza dubbio tra le colazioni salate più irresistibili e sostanziose, e il primo dell’anno ci sta tutta!
La english breakfast
Dai suvvia, non storcete il naso così: la english breakfast è lontana dal nostro concetto di colazione, ma non significa che sia sbagliata o peggiore di altre opzioni. Sapete, nei paesi anglosassoni la colazione è davvero il pasto principale, nel senso che serve ad arrivare quasi fino a cena e ad affrontare la giornata con la massima energia nel momento del massimo bisogno di energia: il mattino. Quindi assaggiate una volta le uova strapazzate con bacon croccante, e magari un cucchiaio di fagioli conditi e una bella salsiccia!
Avocado toast
Questa colazione fa toccare il cielo con un dito: pane fatto in casa affettato e tostato, burroso avocado maturo al punto giusto, salmone affumicato, uovo in camicia. Un mix di sapori delicati ma persistenti, avvolgenti, consistenze cremose e scioglievoli… ma chi resisterebbe mai?
Mai come quest’anno possiamo (dobbiamo) avere una bella scorta di dolcetti per Natale e Capodanno: non tanto per mangiarli, che è il lato più positivo di tutti, ma per il gusto di farli… di tempo ne avremo parecchio e non c’è nulla di più bello del mettere le mani in pasta, magari insieme a qualcuno che amiamo.
Ecco qualche ricettina e suggerimento al volo: prelibatezze buonissime, facili da fare, spesso senza cottura e adatte a qualsiasi livello di manualità in cucina.
Contents
Fudge due ingredienti
Il fudge è una sorta di cioccolatino cremino, per intenderci, ma al contempo assomiglia al mou. Se lo conoscete, allora vi è sicuramente venuta l’acquolina in bocca (come a me!). Ho qui una ricetta velocissima per fare un fudge “furbo”: una paste di cioccolato fondente e pari dose di latte condensato, unito al cioccolato fuso. Poche ore in frigorifero e avrete dei bocconcini fenomenali, da capogiro.
“Tiramisù” di pandoro o panettone
Avete preparato tutto, avete pensato all’antipasto e al primo piatto perfetti, avete imbandito la tavola… e vi siete dimenticati del dolce. Niente paura, affettate un pandoro o un panettone e stratificatelo con la stessa crema del tiramisù (uova e zucchero montati, con mascarpone): sentirete che bontà assoluta.
Tartufini riciclo senza cottura
Se per caso avete una torta vecchiotta, o dei muffin che non vi sono venuti troppo bene, o ancora dei ritagli di pan di spagna che non sapete come sfruttare, allora trasformateli in tartufini. Sbriciolate l’impasto, unitevi poco cioccolato fuso oppure poca crema pasticciera, appallottolateli per ottenere una sfera e infine passateli in cocco rapè oppure cacao amaro. Et voilà!
Biscottini al cocco velocissimi
Adoro questi biscottini al cocco, perché facili facili e davvero originali. per farli dovrete solamente montare a neve gli albumi con zucchero a velo, e incorporare poi un bel po’ di cocco rapè. Con una sac à poche li spremete sulla teglia da forno e li cuocete per 10 minuti in forno ben caldo (190-200°C). Sono morbidi e saporiti, delicati e perfetti se li volete intingere nel cioccolato fondente. Ah, e sono senza glutine né lattosio!
Biscotti al burro di arachidi
Il burro d’arachidi è una crema molto sottovalutata. Può piacere o no ma mi dispiace sempre quando sento che è considerata una robaccia: si tratta invece di una bontà tipica calorica ma anche molto nutriente, versatilissima per dolci e pietanze salate. Vi suggerisco come fare semplicissimi biscottini usando solo 2 ingredienti: burro d’arachidi (va bene, in questo caso, quello confezionato) e uova per ottenere un impasto malleabile da cuocere in forno. Non c’è bisogno di usare né burro né lievito o farina… si gonfieranno e rimarranno molto teneri e saporitissimi.
Allora, sono curiosa di sapere se c’è qualcosa che vi ispira particolarmente! Io sono qui tutta occhi in attesa che mi scriviate ulteriori suggerimenti da provare e assaggiare.
E anche il Natale 2020 si avvicina, a fatica, arrancando, ansimando, perdendo pezzi qua e là. Ma arriva e dobbiamo accoglierlo a braccia aperte noi che abbiamo la fortuna di poterlo ancora toccare da vicino. Ecco perché ho deciso di tentarvi con i miei biscotti di Natale preferiti, i migliori secondo me.
Spero tanto, con questo articolo leggero, di farvi trovare il sorriso e anche qualche idea da applicare a casa con i piccoli (o con i grandi che vogliono tornare bambini per le Feste!).
Contents
Biscotti classici con ghiaccia reale
Qualunque frollino diventa natalizio con qualche decorazione fatta di ghiaccia reale: albumi montati insieme a 5 volte il loro peso di zucchero a velo, e poi ricami, cuoricini, fiocchi di neve, stelline… ogni disegno sarà una magia.
Gingerbread o omini di pan di zenzero
I gingerbread, chiamati anche omini di pan di zenzero, sono biscottini profumatissimi e molto speziati: cannella, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano… in un mix davvero fenomenale e super natalizio! Sapete come gustarli al meglio? Intinti nel caffè bollente e senza zucchero!
Biscotti con pasta di zucchero
Questi biscottini faranno innamorare anche chi, come me, non adora la pasta di zucchero in generale. Se però la stendete molto ma molto sottile e la userete per rivestire i biscotti, l’effetto sarà stupendo e il sapore sarà lo stesso di un biscottino glassato. Sulla pasta di zucchero, se volete, potete fare anche decorazioni di ghiaccia reale.
Frolla al miele, da appendere all’Albero
Se intendete arricchire il vostro albero di Natale con qualche biscotto fatto in casa, optate per dimensioni ridotte, biscotti leggeri di peso, e una frolla al miele. Il miele, infatti, è un antibatterico naturale e fa anche da conservante: i vostri biscotti dureranno così settimane e settimane.
Quelli che… è un peccato mangiarli!
Ammiro moltissimo quei biscotti che sembrano un dipinto, che raccontano qualcosa o una suggestione tramite glassa e colori. Una vera e propria arte, che è un peccato addentare ma che terresti in bella vista al pari di un oggetto prezioso. A voi piacciono?
I cookies non sono proprio biscotti natalizi di per sé, ma rendono il Natale ancora più speciale: un camino, una coperta, due coccole, un tè caldo o addirittura una cioccolata e qualche cookies croccantini da assaporare.
Allora, vi ho fatti entrare nello spirito giusto per affrontare questo particolare Natale con il sorriso? Ricordatevi che, se avete bisogno, la vostra Giulia è a vostra disposizione!
Non so voi ma personalmente adoro gli addobbi di Natale, soprattutto se sono fatti a mano e addirittura commestibili. Qualche esempio? Grissini segna posto, regalini home made, biscotti da appendere all’albero, oppure una ghirlanda di pane da usare come centro tavola o da posizionare su qualche mensola. Quest’ultima è tra le mie decorazioni preferite, ma non quando è pesante, pallida in superficie e senza una forma precisa…
ecco perché cercherò di svelarvi trucchi e segreti per farne una perfetta, anche se non siete dei provetti panificatori.

Contents
Valutate il peso dell’impasto
Questo consiglio sta alla base di un buon pane, a prescindere che debba trasformarsi in ghirlanda o in pagnotta: cercate di fare un pane leggero, perché più pesante sarà e meno sarà buono (e bello) il risultato finale. Cercate di:
- usare farine forti e belle proteiche;
- usare lievito madre fresco o essiccato, che è più digeribile e rende il pane più caratteristico;
- mettete meno pane possibile per aumentare più che potete i tempi di lievitazione
Fate una seconda lievitazione
Avete fatto la ghirlanda perfetta e ora volete infornarla. Alt! Prima fatela lievitare ancora per un’oretta così com’è, poi cuocetela.
“Disegnate” sulla crosta
Vi siete mai chiesti come facciano i panettieri – veri e propri artisti ricamatori in molti casi – a sfornare pani così ricamati, con geometri e pizzi in contrasto? Non è semplice farlo bene, ma di fatto è semplice farlo. Vi basterà fare la vostra forma, infarinarla abbondantemente e inciderla con una lametta da rasoio o bisturi. Al taglio, l’impasto si aprirà leggermente (più si affonda la lama e più si aprirà) e rimarrà il contrasto tra la superficie chiara e il pane ambrato corrispondente al disegno fatto da voi.
Arricchite con semi e frutta secca
Se non volete cimentarvi come sopra descritto, puntate su decorazioni più semplici: erbe aromatiche tritate, semi oleosi come zucca e lino, frutta secca trotata grossolanamente. Cercate di mixare le decorazioni, dedicandone una ad ogni filone che intreccerete così da avere una geometria regolare.
Decorazioni? Pigne, pino e stecche di cannella
Decorate la vostra ghirlanda di pane con rametti di pino, stecche di cannella, piccole pigne… sarà un incanto!
Treccia o Danubio?
preferite un impasto lievitato classico tipo pane duro (treccia) o preferite lievitati più leggeri e dolci (Danubio)? Nel secondo caso, optate per un pan brioches (provate il mio pan brioches senza impasto!), una babka oppure del pane al latte. Oltre all’intreccio, potete valutare di fare una ghirlanda danubio, ovvero a “polpette” di impasto attaccate una all’altra… in questo modo potete anche farcirle.
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Ricordo come fosse ieri il periodo in cui mi sono avvicinata ai dolci in modo meno infantile: non ero organizzata in cucina, facevo praticamente sempre la stessa torta e non sapevo mai con cosa osare per arricchirli un po’. Ecco quindi perché ho deciso di scrivere quali spezie e trucchi usare per aromatizzare i dolci.
Contents
Spezie
Le spezie saranno vostre alleate in cucina, soprattutto in pasticceria: sanno trasformare l’impasto più scialbo, rendere sempre diversa una semplice frolla, sanno raccontare di luoghi lontani. Ecco le mie preferite.
Sale
Ebbene, il sale è la spezia più importante di tutte nei dolci. Proprio nei dolci, avete letto bene: il famoso “pinch of salt” (pizzico di sale) che esalta enormemente un impasto, distraendo dalla dolcezza prevalente e facendo venire l’acquolina. Non abbiate paura di abbondare.
Zenzero
Lo zenzero non è spezia se fresco, ma l’ho annoverato comunque: freschissimo, da usare grattugiato oppure da lasciare nella panna o nel latte caldi per un’aromatizzazione più delicata… io lo adoro. Sta molto bene con la frutta e con le creme grasse come – ad esempio – quelle al mascarpone.
Mix natalizio
Per mix natalizio intendo il tipico tripudio di spezie che si usa nei biscotti gingerbread: cannella, chiodi di garofano in polvere, noce moscata grattugiata, zenzero in polvere. Ed è subito Natale… da provare anche nella cioccolata calda!
Cardamomo
Il cardamomo è una spezia molto particolare, che ricorda un sapore mentolato. Nei paesi mediorientali si usa molto nel caffè, e io stessa ve lo suggerisco in questo abbinamento.
Vaniglia
Ah, la vaniglia: che aroma da sogno! Sarebbe bellissimo poter usare sempre la bacca fresca (basta inciderla per il lungo, estrarre i semini e usare poi la bacca vuota per aromatizzare latte o zucchero), ma non sempre è possibile. In alternativa potete usare l’essenza naturale.
Cannella
Citata nel mix “natalizio”, la cannella da sola inebria cuore e mente facendo immaginare distese di foglie autunnali o il caldo di mondi caldi e lontani migliaia di chilometri. Tutto dipende dall’abbinamento: mele e pere per ottenere il primo effetto, pesche e datteri per ottenere il secondo.
Liquirizia
Online è possibile trovare la liquirizia in polvere… ecco, sappiate che è perfetta per cambiare un po’ dalla solita frolla, o dal solito gelato al fiordilatte. Ne basta poca – a vostro gusto – e sentirete che bontà!
Caffè, cacao e agrumi
Non sono spezie, ma elementi comunque importanti per impreziosire qualsivoglia dolce, torta o dessert al cucchiaio. Sapete qual è l’aspetto più bello di questi tre elementi? Stanno bene combinati insieme: cacao e caffè, caffè e agrumi (il limone), cacao e agrumi, e tutti e tre insieme.
Sapete come usare cacao e agrumi, e mi soffermerò quindi sul caffè: è interessante perché potrete usarlo in chicchi, fresco macinato, solubile o liquido da moka.
- I chicchi possono essere lasciati in infusione;
- Il caffè macinato può arricchire un impasto per torte;
- Il caffè solubile è ideale per le creme;
- Il caffè della moka va bene per tutto, dalla torta alla cheesecake
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Il purè è un contorno che fa compagnia ad arrosti, scaloppine, pesce al forno o in padella ed è un classico che – ogni volta – fa tornare bambini. O almeno, fa tornare me bambina: lo adoravo, e mi sembrava che tutto fosse automaticamente più buono se assaggiato insieme a lui. Crescendo poi, e lavorando in questo meraviglioso settore, i miei sentimenti non sono cambiati anzi tutto l’opposto: si sono ampliati, e ho scoperto tutte le varianti del purè classico.
Vi elencherò i miei purè preferiti, spero di ispirarvi e di farvi scoprire tante cose buone che non conoscete!
Contents
Purè classico, presenza doverosa
Il purè classico prevede patate vecchiotte lessate o cotte al vapore, con buccia, e lavorate poi con noce moscata, latte caldo e burro. Di questa base esistono davvero moltissime varianti, che riguardano i condimenti: c’è chi aggiunge mascarpone, chi prosciutto cotto a dadini, chi non ama la noce moscata, chi mette solo acqua per farlo senza lattosio. Pazzesco: è sempre buono… voi come lo fate? Raccontatemelo!
Purè di patate dolci
Lo stesso identico procedimento, e gli stessi identici condimenti, possono essere usati per un purè tutto nuovo: di patate dolci, o batate, o patate americane. Si tratta di una varietà di patate dal sapore dolce che ricorda zucca e castagne, e che si presenta di un color arancione brillante. Buonissimo, ideale se condito con olio al rosmarino al posto del burro, e con un pizzico di cannella.
Purè di topinambur
Conoscete il topinambur? Chiamato anche “rapa tedesca”, “girasole del Canada” e “carciofo di Gerusalemme”, si tratta di un’alternativa alle patate, dal sapore simile ma più digeribile. Si può cuocere a tocchetti, può essere trasformato in deliziose chips, e può essere anche un ottimo purè. Da noi è reperibile nei supermercati più forniti, ma è piuttosto costoso per quantità ridotte… vale la pena assaggiarlo!
Purè di sedano rapa
Ah che buono il sedano rapa! Si presenta grosso, tondo e bitorzoluto, costa poco e può essere fatto lessare per trasformarlo in un purè o vellutata eccezionale. Il sapore ricorda sia le patate sia i finocchi, con note che richiamano il sedano. Potete condirlo come un purè classico, o arricchirlo anche con formaggi grattugiati oppure erbe aromatiche. Leggerissimo, pochissime calorie.
Purè di zucca o carote
Se desiderate un buon purè anche quotidianamente, ma temete calorie e pesantezza, allora puntata agli ortaggi: carote e zucca, anche insieme, sono un’alternativa strepitosa. Cuocetele in forno, con un filo di olio, dell’aglio schiacciato, timo o rosmarino… frullate tutto con brodo o latte caldi e assaggiate. Dolcezza, consistenza compatta…
Purè di ceci o fave
L’ultima variante che mi piace suggerirvi è un purè proteico, il che non vuol dire meno calorico eh… i ceci cotti – e in questo caso consiglio davvero di partire da quelli secchi, per un purè di qualità – restano farinosi e pastosi, l’ideale da lavorare con latte caldo e burro. per le fave invece parto da quelle secche ma decorticate, le faccio bollire molto a lungo e poi frullo tutto con condimenti, olio ed erbe aromatiche.
Le tisane invernali sono una delle gioie stagionali. Io confido molto in esse, perché spesso sono sottovalutate ma hanno tantissimo potere: il potere di scaldare mente e cuore, di rilassare muscoli e pensieri, di distrarre da un affanno, il potere di inebriare il nostro spirito. E diciamolo, questo è forse l’inverno in cui queste magie servono più che mai.
Provo a farvi un piccolo elenco delle tisane invernali più amate, e semplici da aromatizzare in casa. Prima, un paio di suggerimenti:
- sarebbe un peccato affidarsi solamente alle bustine confezionate;
- approfittatene per riciclare bucce di frutta, spezie vecchiotte e baccelli di vaniglia usati;
- se le fate in casa, cercate di essiccare o asciugare in forno gli aromi, il più possibile
Contents
Con mix di agrumi
Tenete da parte la scorza di tutti gli agrumi che consumerete, e nel giro di qualche giorno avrete accumulato tantissime potenziali e profumatissime tisane. Lavatele molto bene, cercate di eliminare quanta più parte bianca riuscite, tritate grossolanamente le scorze ed essiccatele in forno statico a 60°C. Potete usare arance, limoni, clementine, pompelmi… e arricchire poi la tisana con cannella o un tè leggero.
Alla vaniglia
Quante torte avete fatto negli ultimi anni? E quante bacche di vaniglia buttato usato perché non sapevate come riciclarle dopo averle svuotate? Ecco, tenetele perché potete tritarle e usarle per rendere la vostra tisana preferita una coccola da sogno, dolce e dal profumo attraente.
Con bucce di zenzero
La tipica tisana invernale deve essere anche energizzante, con vitamine e una lieve nota aspra che risvegli i sensi: lo zenzero è perfetto per questi scopi, e di quello fresco potete usare la polpa ma anche solo la buccia che normalmente è eliminata. Questa soluzione è anche uno stratagemma per rendere più piacevole quella vecchia tisana che tenete in dispensa, e che proprio non vi piace.
Con chiodi di garofano, cannella e noce moscata
Parola d’ordine: Natale. E il Natale è fatto di spezie profumate, quelle che si mettono negli arrosti e nei gingerbread: cannella in stecche, chiodi di garofano interi, noce moscata da grattugiare. L’atmosfera si scalderà immediatamente e vi sembrerà di essere accoccolati davanti al caminetto accesso in uno chalet di montagna.
Balsamica, con anice e cardamomo
Se conoscete poco il cardamomo, sappiate che ha un profumo e un aroma intensi: è mentolato, balsamico, usato spesso insieme a carni rosse, agrumi e persino il caffè. Se l’idea vi piace, aggiungete anche un pezzo di anice stellato.
Dimenticavo: questi sono suggerimenti validi anche per regalini home made, e se volete zuccherare una di queste tisane potete provare i miei zuccherini alcolici!
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