Buon Natale 2015

E anche quest’anno ??gi? Natale. E mi accorgo di esser diventata un po’ pi? vecchia, e non solo per via dei nuovi innumerevoli capelli bianchi che per la prima volta la mia fidata parrucchiera ha coperto con qualche spennellata di colore proprio la settimana scorsa, sigh, ma per quel “gi?“.
I bambini dicono “Finalmente ? Natale!”, perch? lo aspettano, lo attendono con quell’impazienza che li contraddistingue, con la gioia dell’attesa e le aspettative sui regali che Babbo Natale deve consegnare in modo preciso e puntuale.

Noi grandi ormai questa sana attesa, quella voglia di sorpresa e quella capacit? di sorprenderci per un dono inaspettato non ce l’abbiamo, forse pi?.
Diamo per scontato che Natale arrivi tutti gli anni, sempre e comunque, che ci ritroveremo allo stesso tavolo, con le stesse persone come l’anno prima, ci lamentiamo che ? una festa commerciale, che le luminarie ormai le mettono a fine ottobre, e il panettone sugli scaffali lo si trova gi? il 4 novembre. E fare i regali diventa un dovere, che non abbiamo mai tempo di compiere, e ci scocciamo dopo 5 minuti fermi in macchina se il 24 alle 6:30 di sera c’? una fila pazzesca in tangenziale perch? “oh tutti come me a prendere i regali dell’ultimo minuto”! Pretendiamo che il negozio stia aperto fino alle 8 di sera del 24 o addirittura il 25 o 26 dicembre, senza pensare che chi tiene aperto ha, magari, una famiglia, dei figli, una compagna con cui trascorrere le feste. Ma continuiamo comunque a ripetere e ripeterci che Natale ormai ? una festa commerciale, e corriamo alle 7.27 nel supermercato superaffollato alla ricerca del mascarpone, che noi dobbiamo farla la cena della vigilia, alla cassiera mica ci pensiamo.

Ma tant’?, questo ? il controsenso dei grandi. I bimbi vedono il Natale come il tempo dei doni che aspettavano per premiare la loro bont? o bravura a scuola, come il momento per stare di pi? con mamma e pap? o con i nonni per i fortunati che li hanno ancora, per svegliarsi un po’ pi? tardi la mattina, ovviamente non quella di Natale perch? entro le 8 bisogna scartare immediatamente i regali comparsi misteriosamente sotto l’albero durante la notte e verificare che Babbo Natale abbia apprezzato latte e biscotti e le renne mangiato le carote.

E allora con una frase di un libro bellissimo di Charles Dickens scritto nel 1843, ma direi attualissimo, Canto di Natale, vi e mi faccio i miei pi? cari e sinceri aguri:

che possiamo riscoprire l’autentico spirito del Natale, non solo oggi, ma ogni giorno!

Buon Natale Auguri unconventional Ph Kidvik

Vi riporto un piccolo aneddoto che ieri Don Alberto ha ricordato durante l’omelia.
Il 25 Dicembre di ormai 101 anni fa ci fu la cosiddetta “tregua di Natale”: sul fronte occidentale circa 100.000 soldati tedeschi e britannici smisero spontaneamente di spararsi l’uno contro l’altro, iniziarono a decorare con candele le trincee e gli alberi, a cantare canzoni natalizie ognuno nella propria lingua e si vennero incontro nella cosiddetta “terra di nessuno” per scambiarsi tabacco, alcolici, cibo o ricordi come bottoni o berretti, addirittura organizzarono partite di calcio.

In questo clima di odio dopo gli ultimi avvenimenti di Parigi, mi ? sembrato molto appropriato e attuale il suo racconto di quanto accaduto oltre 100 anni fa.

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